Un momento… sto pensando!

Reuven Feuerstein

Un pensiero, una filosofia, un metodo di potenziamento cognitivo

“Quest’anno ricorre l’anniversario dei 100 anni dalla nascita del prof. Reuven Feuerstein (1921-2014) e per questo vi voglio parlare di lui e del suo lavoro pionieristico sulla modificabilità cognitiva e dell’apprendimento mediato.”

Chi è Reuven Feuerstein?

Reuven Feuerstein è stato uno psicologo israeliano, allievo di J. Piaget, che ha sviluppato il suo Metodo negli anni ‘50 in seguito a una necessità vitale che lo Stato di Israele doveva affrontare nel dopoguerra, cioè il recupero dei bambini che avevano vissuto i campi di concentramento. Feuerstein inizia ad elaborare una serie di strumenti per aiutare a recuperare e potenziare le capacità cognitive di questi bambini che avevano subito numerosi traumi. Questi bambini erano per la maggior parte analfabeti, senza educazione o formazione e nei processi di valutazione di ingresso in Israele risultavano, per la maggior parte, con ritardo mentale o con serissime difficoltà cognitive. Il governo diede a Feuerstein il compito di risolvere il problema. Lui in risposta a questa richiesta elabora un metodo di potenziamento cognitivo che si basa sull’idea che l’intelligenza è modificabile, che si può potenziare e quindi si può insegnare. Il metodo prende il suo nome e viene ancora oggi utilizzato in tutto il mondo.  Feuerstein inoltre, ha fondato nel 1992 “The Feuerstein institute”, un centro di ricerca, formazione e riabilitazione per ciò che concerne la modificabilità cognitiva dove fanno capo tutti i mediatori formati al suo metodo. Feuerstein rifiutando l’idea di intelligenza come entità fissa, ha sposato il principio che tutti i bambini possono imparare ad imparare. 

Ha suggerito che 

“l’intelligenza non è una struttura statica, ma un sistema aperto e dinamico che può continuare a svilupparsi per tutta la vita” 

al di là delle barriere considerate tradizionalmente insormontabili: periodi critici, gravità della condizione ed eziologia causale.

Feuerstein fu il primo che parlò di modificabilità cognitiva.

Che cos’è la modificabilità cognitiva?

Questo approccio punta a sviluppare una capacità caratteristica del soggetto umano, cioè la propensione a modificarsi, avvantaggiandosi delle opportunità offerte dall’ambiente e se opportunamente mediate da altri soggetti, può risultare più fruibile e strutturante. In questo Feuerstein ha brillantemente anticipato di decine di anni gli studi delle neuroscienze relative alla plasticità cerebrale.

“La plasticità cerebrale è la potenzialità del cervello di variare funzione e struttura non solo durante il suo periodo di sviluppo, ma anche durante la vita adulta”. (Treccani)

Il Metodo Feuerstein inoltre, è un approccio meta-cognitivo che aiuta nelle problematiche legate all’imparare in senso generale. Egli elaborò la Teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale e sviluppò il Programma di Arricchimento Strumentale. Questo metodo guarda alla capacità che ha ogni individuo di poter migliorarsi e protendere verso un cambiamento.

Ovvero,

“ogni individuo è modificabile sul piano cognitivo, in quanto l’organismo umano è un sistema aperto, è possibile produrre cambiamenti di tipo strutturale, indipendentemente dal genere di problematiche e dalla limitazione che caratterizzano la persona… ” (R.Feuerstein)

Quali sono le caratteristiche di questo metodo?

Alla base della teoria e del pensiero di Feuerstein c’è quindi la Modificabilità Cognitiva Strutturale. Ogni individuo è modificabile e l’intelligenza non è un elemento biologico statico, un patrimonio non incrementabile, ma è plastica e si adatta e modifica anche tramite stimoli esterni ed in particolare nella relazione, cioè tramite il rapporto con un mediatore che permette e rende più accessibili gli stimoli esterni che in altro modo non potrebbero essere accessibili per l’individuo. Si deve immaginare il mediatore come un supporto che aiuta e sostiene il ragazzo nell’apprendimento e nello sviluppo di determinate capacità. Il mediatore è quello che lo psicologo Bruner chiamava scaffolding (impalcatura). Ovvero, l’aiuto dell’adulto per affrontare i compiti evolutivi che permettono lo sviluppo del bambino, aiutandolo a sviluppare e potenziare la zona prossimale (L.Vygotskij).  La zona di sviluppo prossimale è una sorta di ponte tra le competenze già acquisite dalla persona e quelle potenziali, ottenibili attraverso l’interazione con una persona più esperta. La persona più competente funge da facilitatore del potenziale umano. Tutto questo viene espresso in un unico pensiero:

“L’intelligenza può essere insegnata e quindi anche imparata.” (R.Feuerstein)

E’ da questo aspetto che si basa il secondo punto della teoria del Metodo Feuerstein cioè l’Esperienza di Apprendimento Mediato. Secondo Feuerstein, nello sviluppo cognitivo degli individui la mediazione relazionale e sociale svolge un ruolo fondamentale. Infatti l’apprendimento non avviene tanto in seguito all’esposizione diretta del soggetto agli stimoli, esposizione che potrebbe anche non lasciar traccia alcuna, bensì attraverso l’azione di un mediatore e dunque nello spazio di un rapporto educativo coinvolgente ed efficace. Il ruolo del mediatore è fondamentale per lo sviluppo del bambino se inserito in una relazione educativa.

Ad oggi il metodo Feuerstein è molto utilizzato nell’apprendimento, in diversi ambiti e in diverse situazioni, come:

  • ritardo nelle prestazioni
  • prestazioni inferiori da potenziare
  • difficoltà scolastiche
  • dsa

–  disagio socio-culturale 

     –  potenziamento per ragazzi portatori di handicap

     –  mantenimento delle capacità mentali di persone anziane.

Questo metodo sostiene la possibilità di intervenire in modo integrato nello sviluppo della sfera cognitiva, affettiva-emozionale e sociale- comportamentale.

La sua trasversalità a tutte le discipline scolastiche e la sua completezza lo rende applicabile a diverse situazioni e problematiche.

Quali sono gli obiettivi?

Il metodo Feuerstein basandosi sulla relazione e sulla consapevolezza della modificabilità dell’individuo può aiutare lo sviluppo in maniera da:

  • potenziare le funzioni cognitive 
  • migliorare la comunicazione e l’espressione linguistica 
  • favorire l’emergenza delle competenze emotivo- sociale nel bambino
  • accrescere l’autostima 
  • migliorare l’autocontrollo e l’autocorrezione
  • stimolare a trascendere gli apprendimenti acquisiti.

Oggi il metodo Feuerstein grazie alla sua trasversalità ha una larga diffusione in ambiti molto diversi tra loro quali possono essere:

  • l’ambiente scolastico 
  • il supporto ai ragazzi portatori di handicap 
  • il supporto a ragazzi con disagi socio culturale.

Ogni strumento del metodo privilegia un obiettivo cognitivo specifico ed una serie di prerequisiti necessari per il raggiungimento di tutti i sotto-obiettivi del programma stesso.

Uno degli intenti del metodo è il superamento delle difficoltà di una funzione cognitiva e tutti gli strumenti si possono considerare esercizi senza un contenuto scolastico specifico. Essi non sono neppure esercizi di pura logica, ma sono attività che si traducono in capacità applicabili alla vita scolastica e quotidiana. 

“Vivere significa cambiare, modificarsi in relazione con gli altri…”  (R. Feuerstein) 

Lo scopo fondamentale del metodo è quello di potenziare le capacità e lo sviluppo delle competenze, tramite la relazione, per dare al bambino la possibilità di accedere a quegli stimoli che non avrebbe potuto cogliere, permettendo di accedere ad uno sviluppo che gli possa dare una vita soddisfacente a prescindere dalla diagnosi iniziale, perché come sostenuto da Feuerstein:                                       

“I cromosomi non hanno l’ultima parola”.

Approfondimenti

Michela Minuto e Renato Ravizza  “Migliorare i processi di apprendimento. Il metodo Feuerstein: dagli aspetti teorici alla vita quotidiana

Metodo FEUERSTEIN |

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